"La pazzia, quando si diffonde come un'epidemia, viene chiamata ragione". (M.Jacobi)
Come già preventivato (vedere notizia precedente) tutte le poche notizie relative al film Innocence of Muslims prodotte dal circo dell’informazione mondiale, si stanno rivelando incomplete, manipolate o addirittura false. Di fatto per ora non si sa con certezza quanto duri questo film (pochi minuti o qualche ora), chi lo abbia scritto, chi lo abbia finanziato e chi ne sia il regista.
Da una parte ciò è giustificato dal fatto che chi ha partecipato alla realizzazione di questo film ha giustamente il diritto di mantenere un certo riserbo, se non addirittura una certa segretezza, per preservare la propria incolumità, visto quello di cui sono capaci alcuni fedeli islamici e i loro burattinai.
Dall'altra ciò è dovuto al fatto che la (dis)informazione borghese (Tv, giornali, riviste) non ha alcun interesse ad indagare ed esporre i fatti, ma solo a smerciare notizie preconfezionate e opportunamente manipolate, che rispondano alle cosiddette "linee editoriali", ovvero ai diktat dei proprietari, ovvero del capitale che propaganda solo e sempre ciò che gli garantisce il predominio.
A noi per ora non interessa chi abbia fatto questo film e perché. Interessa solamente che questo filmato esista e che esprima in qualche modo una satira e una denuncia contro Maometto e l’Islam, cosa che riteniamo, non solo legittima, ma assolutamente necessaria e doverosa. Se questo film è amatoriale o professionale, con sfondi naturali o fatti al computer, con attori bravi oppure pessimi, se è costato 50.000 dollari oppure 5 milioni di dollari, in questo frangente non ha la benché minima importanza.
A quelli che insistono su questi argomenti (come era stato fatto a suo tempo con le vignette danesi su Maometto nel 2006), arrivando persino a dire con macabra ironia che gli autori meriterebbero la morte per aver creato, a loro dire, un prodotto artisticamente tanto insulso, diciamo che sono argomenti, che denotano solo la vigliaccheria morale e la meschinità di chi li sostiene.
E' scontato che un film del genere abbia necessariamente dei grossi limiti e debba essere girato in maniera quasi clandestina. Quale paese sarebbe disponibile ad ospitare le riprese di un tale film? Quale attore, quale produttore, quale compagnia cinematografica, quale regista, quale sceneggiatore, più o meno famoso, sarebbe disponibile a girare un film che si occupasse di smitizzare e denunciare le malefatte di Maometto e dell’Islam? Praticamente nessuno, perché significherebbe la morte sicura oppure passare una vita intera di paura e terrore, sotto protezione, nascosti e senza più una vita pubblica e normale.
Fino a quando non si potrà scrivere un libro, un articolo oppure fare una foto, un quadro, una vignetta, un’opera d’arte oppure girare un film su Maometto e sull’Islam, simile per esempio a “Brian di Nazareth” dei Monty Python (che oltretutto è fin troppo tenero con la figura di Cristo e con il cristianesimo), senza temere per la propria vita, allora vorrà dire che l’umanità è ancora schiava della dittatura religiosa, emanazione diretta della dittatura del capitale che ha la necessità di tenere sottomesse le masse con l’azione di preti, rabbini ed imam e terrorizzarle con la minaccia della dannazione eterna, per poterle controllare, manipolare e sfruttare, mantenendo così tutti i propri privilegi.
UAACS - Unione per l’Ateismo Antireligioso e il Comunismo Sovietico
Da vero comunista posso dire soltanto che siete "miopi", poichè incapaci di attuare una contestualizzazione storica doverosa nel caso del "film" (ammesso che così si possa definire). Voi confondete il fanatismo religioso (odioso) con la lotta al capitale, confondete l'ateismo con l'autodeterminazione. Attenzione. Non dimenticate il petrolio, non dimenticate lo stato canaglia di Israele, non dimenticate Iraq e Afghanistan, non dimenticate i morti dell'imperialismo. Il film è solo goccia in un vaso già pieno.
RispondiEliminaLo scivolone iniziale ("da vero comunista") illustra e inquadra tutto il resto del messaggio. "Miopi, contestualizzazione, autodeterminazione, petrolio, stato canaglia, Iran, Afghanistan, imperialismo", che minestrone! Sei confuso, annaspi, cavilli e non si capisce cosa vuoi dire. Se vuoi parlare di fatti siamo sempre pronti sei vuoi sofisticare, non ci interessa. Interessante l'uso del termine di "stato canaglia" per un "vero comunista": questo termine è un neologismo inventato da Ronald Reagan per definire la Libia di Gheddafi, poi in accoppiata con il termine "asse del male" per indicare Iran, Iraq e Corea del Nord".
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